Pro Loco Santa Caterina
Description
Nel piccolo borgo di Santa Caterina il 24 novembre, all’imbrunire, alte fiamme rischiarano il cielo per il tradizionale rito della “focarazza”.
LE LEGGENDE
Antico rito del fuoco che pare tragga origine dalla storia di Caterina, nobile di Alessandria d’Egitto, che si negò all’Imperatore che la chiedeva in sposa. L’Imperatore decise quindi di sottoporla alla tortura della ruota dentata: l’intervento di un angelo la salvò ma fu poi decapitata. L’origine della festa, nonostante non sia documentata storicamente, si può ricondurre al XVI secolo, epoca in cui venne edificata la Cappella in onore di Santa Caterina, inizialmente come fuoco propiziatorio, per divenire poi una vera e propria gara tra contrade. La lotta tra le contrade sembra derivare da una catastrofe naturale avvenuta nella scomparsa città di Ginevra che sorgeva nel poggio dove oggi viene accesa la focarazza. Le leggende narrano che dopo il disastro, sotto le macerie, si sentissero ancora il canto del gallo e le campane. Le famiglie che abitavano lì, spaventate, decisero di spostarsi a valle nei terreni sparsi intorno al vecchio abitato e da qui nacquero le contrade.
IL RITO
La mattina del 24 novembre, vigilia del giorno di Santa Caterina, i santacaterinesi si dedicano alla preparazione della focarazza conficcando nel terreno ed innalzando sulla sommità della collina chiamata Poggio Le Forche, un tronco di cerro, che rappresenta la Santa detto “lo stollo” e circondandolo da una catasta di scopi e fascine di erica che verranno poi incendiate.
Al Parroco del borgo tocca il compito, terminata la Messa nella sottostante Cappella, di inerpicarsi in processione fino al Poggio Le Forche per benedire la focarazza che poi al crepuscolo verrà incendiata in un’esplosione di fiamme ed acclamazioni. Il fuoco, che lentamente brucia le fascine, lascia intravedere lo stollo centrale avvolto da fumo e calore. Appena diminuisce d'intensità i santacaterinesi, divisi in gruppi a seconda della contrada d'appartenenza, iniziano ad allontanare la brace saltandovi sopra con i piedi, in un turbinio di faville e prima ancora che le fiamme si spengano completamente cercano di liberare lo stollo dal fuoco, piegandolo, girandolo, sollevandolo e strappandolo dal terreno in uno sforzo comune. Ogni partecipante s'impegna, in una sorta di ancestrale rito purificatore, per tentare di impadronirsi dello "stollo" e portarlo nel proprio rione. Aggrappati al palo annerito corrono nel buio della campagna travolgendo ogni ostacolo, attraversando fossi, aggirando o infrangendo siepi e staccionate, incoraggiati dalle grida dei sostenitori che li seguono da vicino. A vincere saranno coloro che con la forza e l’astuzia riusciranno a prendere possesso dello “stollo” e appoggiarlo ad un muro della contrada.
Il tronco verrà poi tagliato, diviso fra le famiglie della contrada vincitrice e bruciato nel caminetto di casa. Quando il legno sarà consumato se ne raccoglierà la cenere per disperderla nei campi e negli orti, come auspicio per una fertile stagione agricola.
IL MUSEO
Il Museo della Focarazza di Santa Caterina è ospitato nei locali di una ex-fucina di Fabbro Ferraio e documenta il lavoro, le tradizioni e le ritualità legate al fuoco e all’albero del territorio ospitando una ricca documentazione fotografica, oggetti di arte popolare e libri. Il museo raccoglie inoltre una significativa collezione di giochi tradizionali per bambini.
(tratto dall'articolo pubblicato su "Arcobaleno d'Italia" autore Emanuela Olobardi)
Per informazioni Pro Loco di Santa Caterina via Montagnola 801/E 58050 Santa Caterina – Roccalbegna (GR)
FACEBOOK @santacaterinagrosseto